“Il ciclo della vita e la ritualità della Festa dei Morti”, questo è il tema dell’incontro promosso ed organizzato dalla Sede di Modica dell’Università della Terza e delle Tre Età. Relatrice Marcella Burderi che, dopo l’intervento introduttivo del Presidente Enzo Cavallo, ha sviluppato l’argomento all’ordine del giorno richiamando la massima attenzione del numeroso uditorio. La Relatrice ha fatto riferimento ai diversi studi effettuati sulle abitudini sociali, alle tante testimonianze ed alle varie tradizioni popolari. Dopo aver parlato dei riti pagani Marcella Burderi si è soffermata sulla commemorazione dei defunti che, a differenza delle altre feste e ricorrenze non dura un solo giorno ma coincide con l’intero mese di Novembre. E se per gli adulti è una occasione per realizzare quella “corrispondenza di amorosi sensi” di foscoliana memoria, per i bambini è una vera e propria “festa” per via dei doni ricevuti in nome di persone care non più in vita. Un modo questo per collegarsi coi morti e per rievocare affetti e ricordi vissuti insieme quando erano in vita. Un vero e proprio legame tra vivi e morti attraverso il quale vengono rivissuti momenti importanti da parte di chi vuole fare rivivere, almeno nei ricordi, i loro cari passati ad altra vita.
“Il persistere di alcune tradizioni – ha sottolineato Marcella Burderi – come quella della Commemorazione dei Morti, è il segno tangibile di quanto profonde siano alcune radici che ancora oggi danno voce al nostro passato. Il “giorno dei morti” è sì il racconto del profondo legame tra chi resta e chi se ne va ma è solo una parte di una narrazione ben più articolata. Commemorare i nostri morti è mantenere il ciclo della vita: morire, seminare, germogliare, mietere per tornare a morire e poi a rinascere. Questo ciclo è ciò che sta alla base dei gesti rituali più importanti che segnano l’anno della comunità – ha concluso la Relatrice – La Commemorazione dei Morti che si spalma per tutto il mese di Novembre, è dunque uno dei punti apicali di questo ciclo fortemente legato al grano, seme vitale della nostra comunità ieri come oggi”